Arte e deep fake

Il deep fake ha una vibrazione un po’ negativa. E non sorprende, come in quasi tutti i casi si riferisce alla disinformazione. Il che, per default, significa che alcune persone malvagie cercano di uccidere tutti gli unicorni e di governare il mondo per sempre.

Abbiamo già presentato un caso di uso del deep fake per il bene pubblico – leggete questo post se vi è sfuggito in qualche modo: L’IA deep fake messa a frutto.

Ma recentemente ci siamo ricordati che c’è un altro – e bellissimo – esempio degno di nota. Potreste aver visto e ascoltato questa clip negli ultimi anni (la clip stessa è stata pubblicata nell’ottobre 2013) eseguita da Hélène Ségara e Joe Dassin. Qual è il problema, vi chiederete: qual è il problema? Beh, c’è questo piccolo dettaglio. Joe Dassin è morto nel 1980. Hélène aveva 9 anni quando è successo, e si esibisce attivamente solo dal 1993.

Per il videoclip in sé, Segara ha lavorato insieme ai due figli di Dassin per creare un duo virtuale. L’intero progetto, composto da 13 pezzi originariamente eseguiti da Joe Dassin, ma solo uno dei quali presenta l’ologramma di Joe, è stato oggetto di feroci dibattiti pubblici in Francia. Nouvel Observateur, per esempio, ne ha parlato come di “cattiva scelta” e di “colpo di marketing”, “desiderio di aggrapparsi disperatamente a un pubblico che sta diventando raro”, “mancanza di ispirazione”. E ci sono state tonnellate di commenti di approvazione.

Che ti piaccia o no, è tutta una questione di gusto. Per noi di De Facto, questo è un deep fake, onesto e di buona volontà. E vorremmo che ce ne fossero di più.